LEGGERE CON ATTENZIONE - AVVERTENZE E MODALITA' D'USO

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lunedì 6 marzo 2023

Spariamo ai mandanti di Nunzio Festa (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

“Il titolo ha sapore di vendetta. O di giustizia. Di una sentenza pronunciata tra pene e colpe da espiare. Intanto si leggono i versi di Nunzio Festa, “Spariamo ai mandanti” e nel mentre, le parole in canna danzano a ritmi vorticosi. Ritmati.” (dalla prefazione di Alessandra Peluso)


“Un’antologia di versi realistica e visionaria allo stesso tempo, nella quale il poeta con la sua anima intatta racconta, denuncia, illumina la conflittualità dei rapporti umani della nostra civiltà. Nunzio Festa vive non di emozioni ma di sentimenti.” (da una nota di Giovanna Giolla)
“Spariamo ai mandanti” è, già di per sé, titolo che avverte del proposito di raschiare a condanna il mercato dell’involuzione per così rendere all’uomo una salvifica sua impronta solitaria di modo che sappia dissetarsi nella tenerezza che resiste quale aria nutriente al contrattacco dell’inedia. (da una nota di Daìta Martinez)

Nunzio Festa è nato a Matera e vive a Pomarico. Collaboratore giornalistico del Quotidiano del Sud e altri spazi cartacei e telematici – tra i quali Book and other surrows di Francesca Mazzucato; ha collaborato con, fra le altre cose, Liberazione, Il Resto, L’Altra Voce, Mondo Basilicata, Appennino, Focus-in; poeta, narratore e consulente editoriale, già editore e direttore di collane editoriali, editor (fra le altre della casa editrice materana Altrimedia Edizioni.). Per I Quaderni del Bardo ha pubblicato anche “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre a diversi e-book su Scotellaro, Infantino sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi. Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa). Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.

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domenica 5 marzo 2023

Blue di Attila F. Balázs (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

Attila F. Balázs è un poeta di origine rumena che vive in Slovacchia e scrive in lingua ungherese: partendo da questa mescolanza di culture appartenenti all’est europeo si può comprendere la varietà di toni e di stili della sua poesia. I luoghi descritti trasmettono al lettore un senso di straniamento, una percezione del tempo che segue un ordine proprio all’interiorità del poeta: “torno a me stesso/il tempo merita interesse/oltre la catarsi/e l’estasi”. Questo probabilmente spiega anche il fatto che alcune poesie, sono la stessa versione modificata solo in alcuni versi, come se il poeta avesse sentito il bisogno di fissare nella parola l’inarrestabile mutare delle cose, dei sentimenti, di noi stessi. (dall’introduzione di Laura Garavaglia)



Attila F. Balázs . Nato a Târgu Mureș, (Transilvania) il 15 gennaio 1954. Ha continuato gli studi presso l'Istituto di teologia cattolica di Alba Iulia. Si è laureato in scienze delle biblioteche e traduzione letteraria a Bucarest. Ha lavorato come bibliotecario presso la Biblioteca della Contea di Harghita a Miercurea Ciuc fino al 1989. Nel 1990, si è trasferito in Slovacchia. Tra il 1990 e il 1992 è stato editore di Szabad Újsag (Bratislava), ha collaborato con Új Szó ed è stato direttore della casa editrice Madách di Bratislava. Nel 1994 ha fondato la AB-ART Publishing (Bratislava), di cui è direttore da allora. È membro dell'Unione degli scrittori ungheresi, dell'Accademia europea delle scienze, delle arti e delle lettere, Parigi, dell'Accademia Eminescu, dell'Unione degli scrittori di Romania, del club ungherese PEN, dell'Associazione degli scrittori della Slovacchia .. È vicepresidente dell'associazione culturale Dellart (Cluj-Napoca), membro onorario dell'Accademia delle scienze, delle arti e delle lettere, Chisinau, Moldavia, autore di più di una dozzina di raccolte di poesie e traduttore di più oltre venti libri di poesia e narrativa, Attila F. Balázs ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per l e sue varie attività letterarie (Premio Opera Omnia Arghezi (Târgu Jiu, Romania 2014), Premio Dardanica, Bruxelles-Prishtina, Premio Lucian Blaga (Romania , 2011), Premio Lilla (Hévíz, 2011), Premio EASAL, Parigi, 2020, Premio Madách (Slovacchia, 1992), Premio World English Writer's Union, India, 2019, Premio Lukijan Mušicki, Belgrado, Serbia, 2019, Premio internazionale Dardanica , Brussel / Prishtina, 2019.
Il 10 ottobre 2018, il Consiglio di fondazione dell'Accademia mondiale delle arti e della cultura conferisce a F. Attila Baláz il titolo onorario di dottore in lettere. (Rilasciato al XXXVIII Congresso mondiale dei poeti a Suiyang, Cina). Le sue opere sono state tradotte in 20 lingue. Come poeta invitato, partecipa regolarmente a diversi festival letterari in tutto il mondo (Nicaragua, Colombia, Venezuela, Canada, Turchia, Perù, Ecuador, Marocco, Macedonia, Cina, Vietnam, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, Azerbaigian, Moldavia, Romania, Serbia, Montenegro, Kenya, Spagna, Italia.)
 
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Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni (Einaudi)

Cinque anni possono cambiare un mondo. Una vita, tante vite. Il grande ritorno del commissario Ricciardi.

È il 1939, sono trascorsi cinque anni da quando l’esistenza di Ricciardi è stata improvvisamente sconvolta. E ora il vento d’odio che soffia sull’Europa rischia di spazzare via l’idea stessa di civiltà. Sull’orlo dell’abisso, l’unico punto fermo è il delitto. Fra i cespugli di un boschetto vengono ritrovati i cadaveri di due giovani, stavano facendo l’amore e qualcuno li ha brutalmente uccisi. Le ragioni dell’omicidio appaiono subito oscure; dietro il crimine si affaccia il fantasma della politica. Con l’aiuto del fidato Maione – in ansia per una questione di famiglia – Ricciardi dovrà a un tempo risolvere il caso e proteggere un caro amico che per amore della libertà rischia grosso. Intanto la figlia Marta cresce: ormai, per il commissario, è giunto il momento di scoprire se ha ereditato la sua dannazione, quella di vedere e sentire i morti.

«Il solo pensiero di una fine di Ricciardi ha messo in agitazione i fan» (Severino Colombo, Corriere della Sera).

 

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sabato 4 marzo 2023

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Mi lamento della mia immaginazione di Michail Kuz’min ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

Michail Savel’evič Kuz’min è nato nel 1949 a Leningrado/Pietroburgo, dove vive tuttora. Ha studiato psicologia nell’ateneo della sua città. È poeta, critico letterario, giornalista. Negli anni Settanta e Ottanta del Novecento è stato tra i fondatori della scuola leningradese dei caricaturisti con V. Bogorad, L.Pesok V.Billevic e B Petrušanskij. È stato tradotto nelle principali lingue europee. Suoi testi sono apparsi in traduzione italiana nelle riviste “L’immaginazione”, “Hebenon”, “Fermenti”, “Poesia”. Michail Kuz’min1 dichiara: “La parola ‘comporre’ è troppo volitiva, costruttiva... Preferisco la parola ‘giungere’. Cosicché non occorre inventare nulla. I pensieri giungono e se ne vanno... Alcuni si riescono a catturare e a mettere in un acquario, in una piscina... Sono pesciolini-aforismi, esistono da più di mille anni. È molto difficile allevare una nuova razza di pensieri. Penso che sia anche impossibile. Semplicemente catturo i pensieri che mi sono piaciuti, poi tento di vivere con essi...” Come ha scritto Fabrizio Caramagna, gli aforismi di Kuz’min sono tra i più importanti nell’ambito contemporaneo mondiale. L’opera di Kuz’min offre la possibilità di percepire il vasto spettro espressivo degli aforismi. Spicca l’effetto shock: fa deragliare, crollano gli schemi. Gli aforismi possono essere lievi, sentimentali, ma è sempre presente l’ironia, talora ben celata. Sono come fermenti: eccitano il pensiero, inducono processi creativi. (Paolo Galvagni)

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Cena di classe. Il primo caso dell'avvocato Meroni di Alessandro Perissinotto e Piero d'Ettorre (Mondadori)

22 febbraio 2018. All'avvocato Giacomo Meroni pare una mattina come tante, fredda e limpida. I rituali di sempre: la colazione con sua moglie Rossana e il bacio, prima che lei e la sua sedia a rotelle spariscano nel taxi che le porta a scuola. E in quel bacio ci sono due sapori: l'amaro per non aver ancora individuato il pirata della strada che ha investito Rossana l'11 settembre 2001, e il piccante di una donna che non ha perso la voglia di insegnare, di fare l'amore, di essere felice e di sciare. Ma quella non è una mattina come tante, perché, dopo aver attraversato in bicicletta una Torino silenziosa e magica, Giacomo trova ad aspettarlo in studio una madamin compita e affranta; suo figlio, Riccardo Corbini, un grigio ingegnere sulla cinquantina, è appena stato arrestato con un'accusa pesantissima: lo stupro e l'uccisione di una compagna di liceo durante una cena di classe nel giugno del 1984. Le indagini per quel delitto si sono trascinate stancamente per un tempo infinito, poi, come spesso accade nei cold case, all'improvviso è apparsa una nuova prova, quella che, secondo il PM, inchioda il cliente di Giacomo. Ma Corbini è un colpevole al quale garantire un giusto processo o un innocente che deve essere salvato dall'errore giudiziario? Giacomo sa che il compito dell'avvocato non è stabilire la verità; eppure, per lui, scoprirla fa la differenza. Per questo si impegna in un'indagine difensiva che finirà per coinvolgere tutti i compagni di classe della vittima e dell'imputato, riportando a galla odi, amori e rancori mai sopiti. 

 

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