Ogni gioiello di Gianni De Benedittis cattura i sensi e lo sguardo. Varie sono le diverse ispirazioni, narrazioni e i messaggi dietro ogni creazione. Si attraversano mondi a volte anche fantascientifici, talaltra con i piedi ben saldati a terra si abbracciano tematiche ecologiste dalla forte rilevanza sociale. Who is Gianni De Benedittis? Designer e creatore di gioielli, fondatore e direttore creativo del brand futuroRemoto. Nel 2007 vince il premio Who is on Next? di VOGUE Italia per la gioielleria; nel 2009, a Milano, il Premio delle Arti, Premio della Cultura. Numerose le mostre in Italia e all’estero. Collabora con il regista Ferzan Ozpetek nella creazione dei gioielli per il film Mine Vaganti (2010); per Aida del 74° Maggio Musicale Fiorentino (2011); per il film Magnifica Presenza (2012); per La Traviata al Teatro San Carlo di Napoli (2012), a Hong Kong (2013), a Bari (2014), a Napoli (2017); per i film Allacciate le cinture (2014), Rosso Istanbul (2017), Napoli Velata (2017). Dal 2009 disegna e crea gioielli per le collezioni alta moda di Guillermo Mariotto, direttore creativo della Maison Gattinoni. Il futuroRemoto di Gianni De Benedittis? … E’ proprio in questo libro!
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LEGGERE CON ATTENZIONE - AVVERTENZE E MODALITA' D'USO
giovedì 9 marzo 2023
La disciplina dell’imperfezione - Navigare tra le nuove fragilità contemporanee di Giulio Costa (Sperling & Kupfer)
UN VOLUME PER RISCOPRIRE L’IMPORTANZA DI ACCETTARSI FRAGILI, IMPERFETTI, E SUPERARE LA “DITTATURA DELLA PERFORMANCE”. PER RICORDARCI CHE L’EROE NON È COLUI CHE VINCE SEMPRE, MA “COLUI CHE, MOSSO DALLA PASSIONE (EROS) VERSO QUALCOSA, SI IMPEGNA, SI SACRIFICA, SBAGLIA, PIANGE, CROLLA, METTE IN DUBBIO SE STESSO: FALLISCE.”
“Scoprire
il buio dentro e attraversarlo, piuttosto che fuggire. Questo saggio
non nasconde ferite e cicatrici, le rivela. E facendolo ci permette di
curarle.”
ANNALISA CUZZOCREA
IL CONTENUTO
Le generazioni dei nostri padri dicevano che non c’era bisogno di curare la mente, e qualsiasi parola che iniziasse per «psico» suonava come una bestemmia, sussurrata con paura del giudizio altrui. Tuttavia, gli stravolgimenti che stiamo vivendo negli ultimi anni hanno acceso l’attenzione sulla salute psicologica di tutti: dagli adulti ai ragazzi, dalle famiglie alle scuole ai luoghi di lavoro. La sensazione è che quella «società della performance» di cui ancora portiamo i segni, nella quale fallimento e debolezza non sono contemplati, stia cedendo il passo a una nuova realtà basata sulla ricerca della felicità e di tempo da dedicare a sé e ai propri affetti. Riscoprendo al contempo il valore della sofferenza: come scrive Giulio Costa, «ogni trauma merita una storia», e ogni storia merita di essere ascoltata ed elaborata per poter rimettere insieme i pezzi di un mondo che si sgretola, in cui è normale avere paura del futuro. La disciplina dell’imperfezione, con un citazionismo che spazia da Hannah Arendt a Zerocalcare, ci accompagna in un viaggio tra le acque burrascose delle fragilità contemporanee, che il susseguirsi di crisi ed emergenze e la frenesia della quotidianità hanno trasformato nella tempesta perfetta. Una lettura coinvolgente e diretta, per tracciare una rotta e condurre l’imbarcazione della nostra vita verso approdi sicuri, grazie a piccoli suggerimenti per riconoscere le proprie oscurità, accettarle e perdonarle.
L’AUTORE
Giulio Costa, psicologo, psicoterapeuta e dottore di ricerca, si occupa di psicologia della salute e di psicoterapia famigliare. È responsabile del Servizio di psicologia degli hospice per adulti della Fondazione MT. Chiantore Seràgnoli di Bologna. Nel 2013 fonda insieme ad altri soci la cooperativa Nivalis Onlus di Milano, che sviluppa progetti di supporto psicologico per adolescenti e le loro famiglie. Già collaboratore dell’Alta Scuola di Psicologia A. Gemelli dell’Università Cattolica di Milano, è responsabile del Servizio di consulenza psicologica per studenti per la sede di Piacenza della stessa università. È autore del podcast di successo di Vanity Fair Storie che sono anche la tua.
mercoledì 8 marzo 2023
L’ÂGE MYTHIQUE - L’età mitica di Jeton Kelmendi (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
L’ho immaginato come un visitatore che, dall’esterno, guarda se stesso dentro la sua storia, con una forte nostalgia per la sua triste patria che vive una realtà dilaniata tra due opposti, amore e guerra – Un grande amore e una guerra sanguinosa. (Prof. Ernesto Kahan Vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 1985)
Puzzle di Franck Thilliez (Fazi)
Lucas Chardon è rinchiuso in un ospedale psichiatrico e per la prima volta chiede di raccontare come sono andate le cose il giorno in cui la sua vita è cambiata per sempre. Quel giorno, la polizia ha rinvenuto otto cadaveri trucidati in un rifugio. Insieme a loro c’era lui, in lacrime, ricoperto di sangue e privo di memoria. Altrove, Ilan Dieduset riceve una telefonata: è la sua ex ragazza, Chloé. Dice di aver trovato l’ingresso a Paranoia, un ambitissimo gioco di ruolo gestito da un’entità misteriosa: tutti lo stanno inseguendo, ma nessuno conosce le regole. Ilan è stato un giocatore compulsivo, in passato, e la tentazione è troppo forte. Dopo un inquietante processo di selezione, Ilan e Chloé, insieme ad altri sei candidati, vengono convocati in un ospedale psichiatrico in disuso isolato tra le montagne. Regola numero uno: niente di quello che stai per vivere è vero; questo è un gioco. Regola numero due: uno di voi morirà. La partita comincia e, quando il gruppo inizia a sospettare la presenza di un intruso, la paranoia prende lentamente corpo. Con il passare delle ore, la competizione assume forme sempre più perverse, in una sorta di folle e angosciante meccanismo. Dove finisce il gioco e dove comincia la realtà? Chi accetterebbe di morire per un gioco?
martedì 7 marzo 2023
Il falò della follia di Federico Lenzi (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
La banalità non merita poesia e Federico Lenzi qui sembra rispondere, con convinta adesione, a quanto Maurizio Cucchi andava affermando circa venti anni addietro. Si era appena entrati nel nuovo millennio e, notando che «la poesia civile non è genere che goda oggi di particolare fortuna», si diceva «convinto che il poeta abbia anche un dovere di interpretazione e intervento, di critica e denuncia, rispetto alla realtà del suo tempo». Possiamo parlare, dunque, di sistema nella riflessione poetica di Federico Lenzi? Sarebbe troppo impegnativo e si caricherebbe di eccesive responsabilità un neomaggiorenne. Con le inevitabili limitazioni dovute alla sua giovane età e con l’ammirazione per le sue numerose e piacevolmente disordinate frequentazioni culturali e letture, sembra di poter intravedere – talvolta in maniera evidente, talaltra in forma accennata – quanto Matteo Lefèvre, qualche anno fa, scrisse a proposito di una bella e controversa voce statunitense, parlando di «una poesia... comprometida, “impegnata”» e ponendo così in luce una «voce… libera e fresca, mai ingessata o annunciata». È questa freschezza di verso, che consente di descrivere un recinto di valori per la poesia di Federico Lenzi; un recinto ampio con diverse possibilità di essere allargato, non un hortus conclusus che ha il sapore dell’egoismo e della sufficienza, piuttosto che dell’organicità e della necessità di contaminarsi. Del resto, sono passati appena cinque anni da quando – già fisicamente fuori misura rispetto ai coetanei – Federico Lenzi usciva dalla scuola media, a volte “solo e pensoso”, tirandosi dietro il trolley di libri: immaginavo tanti libri e tanto spazio vuoto in quella valigia. Invece no, con i libri c’erano anche tanti frammenti e lacerti di un discorso che in queste pagine egli ha cercato di comporre in maniera più compiuta. È da credere che siano rimasti nel trolley tanti altri frammenti da elaborare e per questi ultimi il tempo della fioritura sembra già alle porte. (dalla prefazione di Angelo Sconosciuto)
Quantum girl di Erin Kate Ryan (Neri Pozza)
Mary Garrett ha un dono per trovare le ragazze scomparse, un tipo speciale di chiaroveggenza che lei chiama «la vista». Attirata da un manifesto e dalla promessa di una ricompensa, arriva in una piccola città del Sud dove non una, ma tre ragazze sono scomparse, due delle quali sono nere. Mary è lei stessa una «ragazza scomparsa». In un’altra vita, era una studentessa del Bennington College di nome Paula Jean Welden, svanita una notte del 1946. Il caso catturò l’immaginario collettivo della nazione, scatenando titoli in prima pagina, decine di avvistamenti dubbi e un’ondata di speculazioni: chi era davvero Paula Jean e che fine aveva fatto? Mentre la ricerca di Mary per rintracciare le ragazze scomparse si intensifica, dal passato emergono scorci delle altre possibili vite di Paula Jean: è una showgirl del circo in clandestinità, una falsaria letteraria sul punto di essere catturata, un’informatrice dell’era McCarthy innamorata di una donna che incontra in una cella comunista…