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mercoledì 20 novembre 2024

Semplici idee per riciclare i tuoi vestiti usati

Artigianato e progetto. Convegno sulle arti applicate in Italia a cura di Ugo La Pietra e Alberto Cavalli (Marsilio)

Il convegno Né arte né design (Triennale di Milano, settembre 2019) ha fornito interessanti contributi e spunti sul tema delle arti applicate in Italia. A cura di Ugo La Pietra, architetto e designer, storica figura di riferimento per il settore delle arti applicate, e di Alberto Cavalli, direttore generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte, l'appuntamento ha chiamato a raccolta molti nomi autorevoli di storici, studiosi, docenti, designer, artigiani e professionisti, per affrontare il tema da molteplici prospettive ed esperienze. «In più di trent'anni», osserva La Pietra, «ho visitato moltissime aree artigiane omogenee (dai ceramisti di Caltagirone fino ai mosaicisti friulani) nel tentativo di portare il progetto in quei laboratori ormai abbandonati da diversi decenni dal professore di ornato, dall'architetto e dall'artista e decoratore. Le Accademie erano nate nel Cinquecento per "dare progetto" al mondo artigiano diffuso in tutto il nostro territorio. Così mi domandavo: dove era finita la disciplina "decorazione"? Sapevo che non aveva a che fare con l'arte, che era lontana dal disegno industriale, e che non poteva coincidere con l'artigianato artistico di tradizione. Presto mi sono accorto che fuori dall'Italia esisteva da sempre una grande area disciplinare... Così, negli ultimi decenni, mentre noi coltivavamo il "disegno industriale", all'estero cresceva questo ambito fatto di scuole, musei, istituzioni, gallerie, mercato, collezionismo...» Questi e altri spunti sono stati posti dai curatori al vaglio di una riflessione condivisa e variegata: da più parti l'auspicio che proprio la Triennale torni a essere un punto di riferimento e di sostegno a questo dibattito, con un programma di mostre, incontri e convegni che favoriscano l'innovazione delle pratiche artigianali, anche in relazione al design italiano.



martedì 19 novembre 2024

Ecco come realizzare un grazioso e utile porta cellulare da lasciare in carica di energia!

Esce una nuova raccolta poetica dal titolo Cantico degli amanti – Dalla parte del marito di Sabatina Napolitano per i Quaderni del Bardo Edizioni

Una nuova raccolta poetica intitolata “Cantico degli amanti – Dalla parte del marito” è disponibile sugli scaffali, pubblicata da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno. L’autrice, Sabatina Napolitano, si impegna in una rilettura e riscrittura del “Cantico dei Cantici di Salomone”, distribuendo l’opera in sei sezioni che esplorano varie sfaccettature dell’amore. La prefazione del volume è stata curata da Pasquale Vitagliano, mentre Gianpaolo G. Mastropasqua ha offerto la sua già riconosciuta esperienza per la postfazione.

L’estasi amorosa è imponderabile. Il sentimento amoroso è indomabile. Le forme più comuni per rappresentarlo riempiono di sabbia le mani di chi voglia comprenderlo realmente. Non bastano le frasi rimate nascoste nei cioccolatini, neppure le meccaniche del sesso epigrammatico. Per fare un’esperienza di quanto rovente possa essere la materia dell’amore e nello stesso istante vibrante di una tensione mistica estrema fino al punto in cui dolore e piacere si toccano sorpresi, si può leggere questo Cantico degli amanti – dal lato del marito di Sabatina Napolitano. Come precisa la stessa autrice, la raccolta è un poema che rilegge (e riscrive) il Cantico dei Cantici di Salomone. Si divide in sei sezioni. In una di queste l’amante-marito diventa eteronomo della stessa poetessa. Mario Luzi, Herman Hesse, Özdemir Asaf, Hafez, ci accompagnano con i loro testi in questa inchiesta amorosa.

 

Mentre mi spogli diglielo a dio/ che per te sono la California, New York./ Diglielo a dio che io sono tutte le tue città. Prima e fuori da ogni lettura allegorica, ammesso che ce ne sia una, la sorgente di questo testo è il profondo desiderio amoroso dell’autrice. Sgorga dal profondo, l’eco risale da distanze lontanissime che non serve né colmare né esplorare, in quanto contengono la matrice da cui tracima il magma poetico, un mistero che invita alla conoscenza, non al disvelamento. Di questo fuoco scuro/ possa bruciare il tuo desiderio/ fin tanto che non lo spegni a me vicino./ (…) Sono una stella dal fuoco scuro,/ bevo vino dormendo con santi e poeti. Il fuoco è l’elemento che alimenta la vis poetica della Napolitano. (dalla prefazione di Pasquale Vitagliano)

 

‘‘Questa raccolta, coraggiosa e intenzionalmente a tratti scentrata dal proprio tempo, nonostante l’utilizzo talvolta di lemmi ‘social’, è in realtà un viaggio nella divergenza del sentire dove tutti i numi tutelari personali della poesia d’amore, orientali e occidentali, vengono convocati benché sfiorati, vengono invocati per salvare il nostro tempo dall’assenza d’Amore. In virtù e in correlazione con il Cantico delle origini, il marito e la moglie potrebbero sia essere maschio e femmina reali, sia coppia idealizzata o adamitica, nonchè estrema metafora, ossia rimanderebbero a Dio che ha in sposa la Terra/Umanità. Sabatina Napolitano, che può vantare una rara e sedimentata conoscenza letteraria contemporanea in rapporto alla giovane età, sia per il suo percorso personale che per la sua evoluzione e trasversalità in scrittura, è da ritenersi senza alcun dubbio, e questa raccolta lo conferma, tra le più autentiche poetesse italiane della sua generazione’’. 

(dalla postfazione di Gianpalo G. Mastropasqua)

 

Sabatina Napolitano, classe ‘89, è una poetessa, scrittrice, insegnante. Suoi testi sono apparsi nella rivista Gradiva, su La poesia e lo Spirito, Nazione Indiana, Neobar, Poesia del nostro tempo e diverse altre testate. La sua prima raccolta poetica è del 2010. Ha pubblicato un romanzo e otto libri di poesia.


lunedì 18 novembre 2024

Giardino pensile di erbe aromatiche da interni: bello e utile!

Carlen l'orologiaio. Vita di Gian Carlo Negretti: la Resistenza, il Pci e l'artigianato in Emilia-Romagna di Antonio Fanelli (Il Mulino)

Frutto di una lunga serie di colloqui con l'autore, queste pagine raccontano la vita e le idee di Gian Carlo «Carlén» Negretti (1925-2017), figura di spicco della Resistenza e della politica bolognese del Novecento. Dopo un'infanzia trascorsa nella borgata antifascista di Calderara di Reno, tra pratiche di solidarietà, sopravvivenza e sovversivismo, Negretti diventa apprendista («cinno», nel dialetto bolognese di cui spesso fa uso nel suo avvincente racconto) e quindi maestro dell'orologeria, grazie alla formazione al Deposito Svizzero e alla passione per la tecnologia e per gli altimetri degli aeroplani da guerra. Gnint c'incaglia (niente ci deve fermare) è il motto di Carlén, sia nella Resistenza che negli anni seguenti, quando è attivo nelle lotte contadine e bracciantili e si occupa dell'organizzazione del Pci guidato da Enrico Bonazzi. Protagonista del Centro della cultura popolare di Bologna e del sostegno alle attività del Teatro di massa, avrà un ruolo cruciale nello sviluppo della Cna e nell'invenzione dei distretti artigianali dell'Emilia-Romagna. Nella Cna sarà il pioniere della costruzione degli insediamenti artigianali che faranno decollare la rete di piccole e medie imprese protagoniste del boom economico. La programmazione territoriale e urbanistica e il reperimento delle risorse economiche saranno guidate da Negretti all'insegna del suo motto partigiano. Gnint c'incaglia, neanche la morte, se c'è la possibilità di lasciare una testimonianza di ciò che si è fatto e vissuto




domenica 17 novembre 2024

La grande storia dell'artigianato. Arti fiorentine. Vol. 1: Il Medioevo (Giunti Editore)

Il volume illustra la grande storia di un'attività, o meglio di molteplici attività che per secoli hanno svolto ruoli fondamentali nelle vicende sociopolitiche, economiche e artistiche della città di Firenze. Si esamina il periodo medievale in cui Firenze diventò il centro propulsore nel mondo occidentale di queste attività e, soprattutto nel tardo Medioevo, divenne centro economico e culturale, basta far riferimento al fiorino, la moneta d'oro coniata a Firenze dalla metà del Duecento che divenne presto "il dollaro del Medioevo". Studiosi di fama mondiale illustrano gli aspetti più diversi delle arti, dalle problematiche economiche e sociali a quelle più strettamente giocate sul mondo delle arti